Il loro grido è la mia voce è la raccolta di poesie palestinesi pubblicata da Fazi Editore il giorno 8 aprile 2025.
È disponibile solo in versione cartacea, perché per ogni copia acquistata 5€ del prezzo di copertina verranno devoluti ad Emergency per gli aiuti umanitari nella striscia di Gaza.
È disponibile solo in versione cartacea, perché per ogni copia acquistata 5€ del prezzo di copertina verranno devoluti ad Emergency per gli aiuti umanitari nella striscia di Gaza.
Il titolo della raccolta, tratto da un verso di una delle poesie in essa raccolte, è significativo di quanto Gaza e il suo popolo abbiano bisogno che il resto del mondo si faccia carico di parlare – a bassa voce, perché nel resto del mondo non c’è bisogno di urlare per essere uditi. A Gaza bisogna gridare, perché sarebbe impossibile riuscire a sentirsi al di sopra dello scoppio delle bombe israeliane.
Ed è quello che questo libro si impegna a fare, a portare la voce dei poeti di Gaza nel mondo perché tutti possano udire la loro voce.
Trovo che sia incredibilmente dolce e potente al tempo stesso che l’arte – nello specifico la poesia – abbia comunque trovato la strada attraverso le macerie degli edifici, le famiglie distrutte e le vite spezzate.
Alcune delle voci che gridano in questa raccolta non sono più in grado di farlo: dei dieci autori palestinesi le cui opere hanno dato vita a questa raccolta (Hend Joudah, Ni’ma Hassan, Yousef Elqedra, Ali Abukhattab, Dareen Tatour, Marwan Makhoul, Yahya Ashour, Heba Abu Nada, Haidar al-Ghazali e Refaat Alareer) due sono morti sotto i bombardamenti israeliani cominciati l’ottobre 2023, che ancora oggi non accennano a cessare. Altri ancora, invece, hanno dovuto abbandonare le loro case perché distrutte, perché sradicati dalla loro terra, perché derubati del diritto alla vita.
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Valico di Karni, chiuso nel 2011 |
«Leggete queste poesie non solo con gli occhi, ma con l’anima. Ascoltate la loro musica, il loro ritmo sottile. Che siano per voi un ponte verso la comprensione, un inno alla dignità, e un ricordo che la bellezza, anche nelle situazioni più difficili, può ancora fiorire.»
(nota del traduttore, Nabil Bey Salameh)
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