La collana Crush, ideata da Simona Ercolani, di produzione Stand by me in collaborazione con Rai Kids, nel corso degli anni ha trattato diversi temi dedicati agli adolescenti: il sexting, il cyberbullismo, l’integrazione e il fenomeno delle baby gang.
Al suo quarto appuntamento, con “La storia di Matilde”, disponibile su RaiPlay dal 24 gennaio e andata in onda su Rai Gulp dal 24 marzo, insegna agli adolescenti – ma non solo a loro – i campanelli d’allarme dell’amore tossico.
Ma andando a vedere la trama, la serie ha davvero confermato le aspettative di partenza?
Insegnare ai giovanissimi a riconoscere i campanelli d’allarme di una relazione tossica è fondamentale in una società come la nostra. I dati parlano chiaro, tra casi di femminicidio e denunce che arrivano quotidianamente sia da donne che da uomini, ma vi è un dato allarmante che spesso viene sottovalutato: i comportamenti nocivi, spesso giustificati dietro la parola amore.
Secondo un recente rapporto di Save the Children (“Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, realizzato in collaborazione con Ipsos nel 2024), il 30% degli adolescenti considera la gelosia come un segno d’amore (non mi stancherò mai di dirlo: non lo è mai. Mai, che sia tanta o poca, la gelosia non è mai una dimostrazione d’amore) e tra questi il 17% accetta volentieri che durante una relazione possa volare qualche schiaffo. Nella stessa ricerca è stato evidenziato che il 65% degli adolescenti (sia ragazzi che ragazze) hanno avuto o hanno attualmente una relazione con comportamenti di controllo come la richiesta di non accettare certi contatti sui social, controllare il cellulare del partner, non vestirsi in un certo modo, obbligare l’altro a utilizzare la geolocalizzazione h24 e persino condividere password dei social e del telefono.
Questa ricerca è da brividi ecco perché è fondamentale insegnare cos’è davvero l’amore fin dalla più tenera età.
Questa serie lo fa, anche grazie all’aiuto della fondazione Di.Re – Donne in rete contro la violenza – che ha supportato il progetto dando una consulenza fondamentale per poter arrivare a una sceneggiatura così accurata e che descrive bene la storia di Matilde.
Eccoci quindi alla trama: Matilde (Fiamma Parente) è una ragazzina di quindici anni come tante. È bravissima a scuola, ha una grandissima passione per la scherma, sport che esercita da anni. Ha un rapporto speciale con le sue migliori amiche Alessia (Federica Franzellitti) e Chiara (Anita Ferraro)…insomma, la vita perfetta per un’adolescente. Ma poi tutto cambia quando arriva un nuovo compagno di scherma: Marco (Dario Naglieri).
Matilde si trova subito in sintonia con lui, che si dimostra gentile, sempre affettuoso e attento a soddisfare ogni desiderio della ragazza. Ma quello che poteva sembrare il classico primo amore fatto solo di dolcezza, si rivela essere un incubo nato dalle insicurezze di Marco. Matilde si trasforma, non è più la stessa: si allontana dalle sue amiche, cambia il suo modo di essere per accontentare il fidanzato che vuole sempre di più, fino a isolarla del tutto.
Marco, che alterna momenti di dolcezza a quelli di umiliazione e controllo, diventa per Matilde il suo tutto. La giornata andrà bene solo se lui sarà sereno e felice, è meglio non fare nessun errore, è meglio non farlo arrabbiare…
Con grande fatica Matilde riesce a uscire dall’incantesimo manipolatorio, a lasciare Marco e a ricongiungersi con le amiche di sempre, ma questo non fermerà il ragazzo che, anzi, diventerà ancora più aggressivo.
Come andrà a finire, ovviamente, non lo scriverò ma ci tengo anche ad apprezzare molto la scelta del personaggio di Luca (Nicola Cuneo) che, essendo un interesse romantico di una delle amiche di Matilde, riesce a far capire correttamente la differenza tra amore e non amore.
La serie è composta da soli dieci episodi, di venticinque minuti ciascuno quindi si può divorare in pochissimi giorni, e guardarla è sicuramente un’occasione da non perdere.
Al suo quarto appuntamento, con “La storia di Matilde”, disponibile su RaiPlay dal 24 gennaio e andata in onda su Rai Gulp dal 24 marzo, insegna agli adolescenti – ma non solo a loro – i campanelli d’allarme dell’amore tossico.
Ma andando a vedere la trama, la serie ha davvero confermato le aspettative di partenza?
Insegnare ai giovanissimi a riconoscere i campanelli d’allarme di una relazione tossica è fondamentale in una società come la nostra. I dati parlano chiaro, tra casi di femminicidio e denunce che arrivano quotidianamente sia da donne che da uomini, ma vi è un dato allarmante che spesso viene sottovalutato: i comportamenti nocivi, spesso giustificati dietro la parola amore.
Secondo un recente rapporto di Save the Children (“Le ragazze stanno bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”, realizzato in collaborazione con Ipsos nel 2024), il 30% degli adolescenti considera la gelosia come un segno d’amore (non mi stancherò mai di dirlo: non lo è mai. Mai, che sia tanta o poca, la gelosia non è mai una dimostrazione d’amore) e tra questi il 17% accetta volentieri che durante una relazione possa volare qualche schiaffo. Nella stessa ricerca è stato evidenziato che il 65% degli adolescenti (sia ragazzi che ragazze) hanno avuto o hanno attualmente una relazione con comportamenti di controllo come la richiesta di non accettare certi contatti sui social, controllare il cellulare del partner, non vestirsi in un certo modo, obbligare l’altro a utilizzare la geolocalizzazione h24 e persino condividere password dei social e del telefono.
Questa ricerca è da brividi ecco perché è fondamentale insegnare cos’è davvero l’amore fin dalla più tenera età.
Questa serie lo fa, anche grazie all’aiuto della fondazione Di.Re – Donne in rete contro la violenza – che ha supportato il progetto dando una consulenza fondamentale per poter arrivare a una sceneggiatura così accurata e che descrive bene la storia di Matilde.
Eccoci quindi alla trama: Matilde (Fiamma Parente) è una ragazzina di quindici anni come tante. È bravissima a scuola, ha una grandissima passione per la scherma, sport che esercita da anni. Ha un rapporto speciale con le sue migliori amiche Alessia (Federica Franzellitti) e Chiara (Anita Ferraro)…insomma, la vita perfetta per un’adolescente. Ma poi tutto cambia quando arriva un nuovo compagno di scherma: Marco (Dario Naglieri).
Matilde si trova subito in sintonia con lui, che si dimostra gentile, sempre affettuoso e attento a soddisfare ogni desiderio della ragazza. Ma quello che poteva sembrare il classico primo amore fatto solo di dolcezza, si rivela essere un incubo nato dalle insicurezze di Marco. Matilde si trasforma, non è più la stessa: si allontana dalle sue amiche, cambia il suo modo di essere per accontentare il fidanzato che vuole sempre di più, fino a isolarla del tutto.
Marco, che alterna momenti di dolcezza a quelli di umiliazione e controllo, diventa per Matilde il suo tutto. La giornata andrà bene solo se lui sarà sereno e felice, è meglio non fare nessun errore, è meglio non farlo arrabbiare…
Con grande fatica Matilde riesce a uscire dall’incantesimo manipolatorio, a lasciare Marco e a ricongiungersi con le amiche di sempre, ma questo non fermerà il ragazzo che, anzi, diventerà ancora più aggressivo.
Come andrà a finire, ovviamente, non lo scriverò ma ci tengo anche ad apprezzare molto la scelta del personaggio di Luca (Nicola Cuneo) che, essendo un interesse romantico di una delle amiche di Matilde, riesce a far capire correttamente la differenza tra amore e non amore.
La serie è composta da soli dieci episodi, di venticinque minuti ciascuno quindi si può divorare in pochissimi giorni, e guardarla è sicuramente un’occasione da non perdere.
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