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venerdì 17 gennaio 2025

#Personaggi: Bernardette di Lourdes

Arriva a Roma il musical Bernardette de Lourdes che tratta fedelmente la storia della santa francese. Chi era, e qual è la sua storia? Ve ne parliamo oggi.


Attenzione: al solito utilizzeremo i verbi al presente per un maggior scorrimento nella lettura.  
 
Marie Bernarde, soprannominata Bernardette, Soubirous nasce a Lourdes il 7 gennaio 1844 da François Subirous (1807-1871) e Louise Castérot (1825-1866). È la prima di sei figli, di cui solo quattro raggiungono l’età adulta, più o meno; di questi, Justin, muore a ventuno anni.

I Subirous gestiscono il mulino di Boly, facente parte dei numerosi che ai tempi sorgevano lungo il ruscello Lapacca. Per Bernardette, che passa lì tutta la sua infanzia, è un luogo meraviglioso, tanto che battezza la sua abitazione “il mulino della felicità”. Questa felicità continua anche quando la famiglia è colpita dalla crisi agricola francese del 1848 – conseguenza della crisi politica ed economica – che li fa vivere in condizioni di povertà estreme.
Bernardette, gravemente denutrita, si ammala di colera e le sue condizioni peggiorano quando si trasferiscono a Nevers, in una stanza definita dal paesino cachot (trad. “cella”) e in effetti utilizzata nel passato come carcere, di soli 16 m².
Non è difficile immaginare le condizioni di igiene delle sei persone lì presenti, costrette a dividere lo spazio. Così la bambina peggiora, ammalandosi di asma.
Tutto questo, però, non intacca i Soubirous che anzi, vengono descritti dai vicini come una famiglia ricca di amore e armonia. Com’è che sono andati avanti resta un mistero degno di onore, anche perché non possiamo sapere se fosse davvero la fede: essendo di estrazione così bassa, erano totalmente analfabeti e non iniziati al Catechismo.

Raggiunta l’età giusta per poter provvedere alla famiglia, e per l’epoca parliamo di sei-otto anni, Bernardette viene affidata ad amici di famiglia a Bartrès. Lì si occupa del pascolo e in più lavora come cameriera alla loro taverna.

La sua vita scorre tra lavoro e casa, fino all’11 febbraio 1858 quando è nei pressi del Gave in compagnia di sua sorella Marie Toinette e Jeanne Abadie, un’amica. Le due decidono di attraversare il fiume per raccogliere della legna, ma Bernardette, di salute cagionevole, preferisce rimanere sull’altra riva per non congelarsi. Mentre le altre si incamminano, Bernardette sente come una folata di vento e alzando la testa in direzione della grotta di Missabielle, vede “una piccola signora giovane, vestita con un velo bianco, una cinta blu, con una rosa dorata su ogni piede e con in mano un Rosario”, così la descrive, che le dice di tornare alla grotta ogni giorno, per quindici giorni. Rimasta totalmente spiazzata da quanto accaduto, decide di raggiungere Marie Toinette e Jeanne Abadie; nell’attraversare il fiume non sente neanche un minimo di freddo.


Bernardette ne parla con la famiglia, definendo la signora sia a loro che alle guardie, come “Aquerò”, che in lingua occitana significa “quella là”. I genitori, perplessi dalle sue parole, le vietano di tornare alla grotta ma si arrendono alla sua insistenza a patto che lanci dell’acqua benedetta verso la figura, in caso si tratti del maligno. Bernardette obbedisce e quando la rivede il 14 febbraio dello stesso anno, fa quanto promesso; la Signore sorride, inclina la testa e va via.
Comunque credenti e scettici sono accomunati dalla curiosità ed è così che iniziano a seguirla lungo il cammino verso la grotta di Massabielle, anche se in apparenza per loro non succede niente.

Tra il 18 febbraio e il 16 luglio 1858 sono state riconosciute quindici apparizioni, non senza lo scetticismo di credenti e non

Il 2 marzo la bambina riporta le parole della signora al parroco Dominique Peyramale: «Va’ per favore dai sacerdoti e di’ loro che una cappella deve essere costruita qui. Lasciate che qui passino le processioni», ma padre Dominique non crede solo alla parola, così risponde a Bernardette che per fare in modo che questo sia fatto, c’è bisogno di un miracolo.


Così la bambina va a riferire, e la signora le risponde di bere dalla sorgente che fluisce sotto la roccia e mangiare le piante che lì crescono. Ciò fa ridere molti, in quanto il terreno è conosciuto come completamente arido. Chi rimane saldo nella fede decide di scavare, pensando che la signora si riferisse a un qualche corso d’acqua sotterraneo a loro sconosciuto. Ma, nonostante qualche ora di lavoro, non accade nulla.

Tra chi gongola e chi è deluso, si fa il giorno dopo e quando la bambina, assieme agli stessi curiosi, si presentano alla grotta, trovano una nuova sorgente d’acqua. Bernardette non ci pensa su e la beve, imitata da tutti gli altri. Subito molti che erano malati testimoniano di essere improvvisamente guariti da patologie croniche, con lo stesso Ufficio Medico di Lourdes che conferma che molte di queste risultano inspiegabili. Ecco che la voce inizia a girare anche tra le sfere alte e la Commissione di Lourdes, incaricata di studiare in modo approfondito le pessime condizioni fisiche della ragazzina che potrebbero aver intaccato in un qualche modo anche la sua salute mentale, analizza anche l’acqua che risulta non avere molto di speciale. Sarà la stessa Bernardette a rispondere che la guarigione non proviene dall’acqua, ma dalla fede delle persone che vi si affidano.
Dei risultati psico-fisici, invece, non risulta niente di particolare.

È il 25 marzo quando la Signora si presenta a Bernardette come Immacolata Concezione, ma ciò che farà parlare a lungo e che convertirà anche i più ostinati sarà il “Miracolo del cero”.

È il 7 aprile, a seguire la bambina troviamo il medico ateo Pierre Romaine Dozous, estremamente preoccupato per le condizioni mentali di Bernardette. Lei, mentre parla con la Madonna, ha in mano una candela che brucia del tutto. Nessuno interviene, perché stupiti dal fatto che la ragazzina non dia segni di dolore, ma anzi, rimane tranquilla e impassibile mentre la cera bollente le va sulla pelle. Dozous la osserva attentamente, pronto a intervenire, ma corpo e volto sono rilassati. Quando la visione termina, il medico si precipita a controllare le mani di Bernardette e si stupisce di come siano totalmente illese. Ancora scettico, prende una candela accesa e la passa sulla mano di lei, che subito la ritrae per il dolore. È a quel punto che Dozous si converte del tutto.

Visto il crescente numero di fedeli guariti e persone convertite, Lourdes comincia a divenire un vero e proprio luogo di pellegrinaggio e santuario.     
Bernardette, però, non si sente più a suo agio a rimanervi e data la fine delle apparizioni – l’ultima risale al 16 luglio 1858 – decide di trasferirsi alla scuola-convitto delle Suore della Carità di Nevers, dove impara a leggere e scrivere. 
Nel 1866 passa al convento, lavorando come infermiera, sacrestana e sarta. Rischia la vita durante un attacco d’asma, così decide di curarsi con l’acqua di Lourdes e questo fa in modo che la malattia non le si presenti più.
Nel 1876 viene consacrata la basilica del Santuario di Nostra Signora di Lourdes, ma lei decide di non andare.
Nel 1879 si ammala di tubercolosi ossea al ginocchio destro, decide però di non curarsi. Lascia questo mondo il 16 aprile dello stesso anno, a trentacinque anni.

Viene beatificata il 14 giugno 1925 da Pio XI e canonizzata dallo stesso nel 1933 per la sua semplicità e santità della sua vita.
È riconosciuta come Santa protettrice degli ammalati, delle lavoratrici dei campi e dei pastori. Viene ricordata in tutto il mondo il 16 aprile; a Lourdes, invece, il 18 febbraio.

Il corpo di Santa Bernardette di Lourdes è esposto al convento di Saint Gildard a Nevers.

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