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venerdì 8 dicembre 2023

#StorieRomane: Roma extracomunitaria

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Chi sta scrivendo questo articolo ha nel suo dna molte regioni italiane, tra cui spiccano: Veneto, Marche, Umbria, Sicilia e ovviamente… Roma. Sì, lo sappiamo, Roma non è una regione, ma tanto non scriveremo quella parola.
La sua fisionomia, però, quasi sembra non appartenere a nessuna di loro, ricordando molto di più i tratti siriani o mediorientali in generale.
Non scherziamo: capita spesso che persone arabe la fermino chiedendo informazione nella loro lingua madre, certi di essere compresi. Ovviamente ha imparato a dire: “Mi dispiace, non sono araba, anche se effettivamente lo sembro, chissà quale parente alla lontana ho nelle tue terre”.

E se vi dicessimo che non bisogna andare poi molto lontano per trovare le sue radici? Se vi dicessimo che dopotutto i Romani stessi avevano la fisionomia mediorientale?
Anche noi siamo rimasti piacevolmente affascinati da questo punto di vista, quando lo abbiamo letto in “Una giornata nell’antica Roma – Vita quotidiana, segreti e curiosità”, di Alberto Angela.

Oggi, quindi, vogliamo raccontarvi questa piccola realtà capitolina.

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Lo sappiamo tutti: Roma nasce internazionale, accogliendo letteralmente tutto il mondo. Lo canta anche Antonello Venditti in “Ho fatto un sogno”: “Piccola, grande, amara e dolce Roma/c’è tutto il mondo chiuso dentro te”, quindi non sorprende incontrare romani de Roma da generazioni biondi occhi azzurri, rossi occhi verdi e ovviamente scuri.

Ma come eravamo in origine?

In ogni società la classe più numerosa è di certo quella più povera, perciò dobbiamo andare a vedere agli schiavi romani. Nonostante non fossero liberi, nessuno vietava loro di sposarsi e avere figli e andando avanti nei secoli, con la schiavitù abolita, i loro discendenti hanno potuto scalare le vette della società mantenendo lo stesso patrimonio genetico, pur non sapendo assolutamente nulla del proprio antenato.

Va da sé che se la maggior parte degli schiavi proveniva dalle province orientali dell’Impero, quelle che oggi conosciamo come Turchia, ma soprattutto Siria. Ai secondi posti troviamo, invece, le province nordafricane, quindi tutte quelle persone rese schiave di origine egiziana, libanese, tunisina, algerina e marocchina.

Se tutto ciò a conti fatti non porta a nulla in mano, sappiate che all’epoca sei abitanti su dieci non provenivano né da Roma, né tantomeno dall’Italia. Insomma, costretti a vivere nella capitale dell’Impero, hanno reso poi Roma la meravigliosa città che oggi racchiude nel suo patrimonio genetico tutto il mondo, appunto.

C’è da pensarci, ma soprattutto da dirlo, quando sentiamo qualcuno parlare di superiorità solo perché proviene da una determinata parte del mondo.

Comunque sia, per pura curiosità, andiamo avanti a descrivere i Romani – a questo punto un po’ tutti – in un’epoca che va tra il I e il II secolo d.C. ma che effettivamente non si differenzia molto fino al Dopoguerra, con il netto cambiamento avvenuto solo durante il boom economico degli anni ’60 e ’70.
La statura media degli uomini era di 1.65 m (oggi 1,75 m) mentre per le donne si arrivava a 1.55 m (oggi 1.62 m).
Il peso, ovviamente, dipendeva molto dalla classe sociale, ma soprattutto anche dalla provenienza: chi abitava in campagna aveva una sicurezza maggiore di cibo; chi, invece, viveva in città spesso soffriva di stenti perché i prodotti non riuscivano sempre ad arrivare e quelli che lo facevano, rischiavano di essere andati a male.
C’è da dire, poi, che all’epoca la crescita stessa delle ossa e dei denti si bloccava durante i primi anni dell’adolescenza, mentre adesso è proprio in quel periodo che il nostro corpo dà il massimo.

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Certo, si è cambiato stile di vita: abbiamo medicine, cibo in abbondanza e sappiamo tutti i benefici dello sport.

Ora, infatti, è facile superare il metro e settanta, così come è più semplice superare i quarant’anni. Nell’antica Roma questo non era possibile e lo sappiamo grazie all’ossessione dell’epoca di indicare l’età negli epitaffi.

Durante l’infanzia morivano più maschi che femmine, molto probabilmente perché i primi erano più liberi di andare in giro, mentre le seconde erano costrette in casa, schiave o liberte che fossero. La prima causa di morte restavano comunque le varie malattie, a questo si dovevano aggiungere gli incidenti.
Dall’adolescenza in poi l’età media per un uomo era di quarantuno anni, mentre per la donna era ventinove; il grande e spietato killer era, ovviamente, il parto

Dal punto di vista fisico abbiamo fatto passi da giganti, chissà se possiamo dire lo stesso se pensiamo allo stress e alle aspettative imposte dalla società attuale…

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