Che voi ci crediate o no, quasi ogni artista utilizza il mantra coniato da Walt Disney: “If you can dream it, you can do it” (trad. “Se puoi sognarlo, puoi farlo”). Noi non siamo da meno e questa frase ci accompagna per buona parte di ogni nostra giornata.
Nulla è davvero impossibile, secondo la nostra logica, e se qualcosa non è accaduta, è solo perché non è ancora il momento più adatto. Chi sta scrivendo è solita dire: “Nessuna pianta primaverile si lamenta se non fiorisce in inverno”.
Potete dare la “colpa” di questo ottimismo al fatto di essere del segno zodiacale dei Pesci, o perché abbiamo passato tutta la nostra infanzia, adolescenza ed età adulta a guardare film della Disney, insomma, a quel che volete, ma è certo che il gran saggio Walt ha del suo.
Chi sta scrivendo, infatti, da bambina ha passato mesi a guardarsi Cenerentola a ripetizione. No, non sognava il Principe Azzurro (al contrario, adorava la cattiveria della matrigna e delle sorellastre) né sperava di divenire un giorno una principessa. Eppure c’era qualcosa in quel classico che la affascinava, che la faceva rimanere incollata allo schermo a riavvolgere il nastro volta dopo volta.
Pensava che fosse perché anche lei aveva un gatto nero – ricorda ancora i pianti quando la madre non accettò di chiamarlo Lucifero, anche se ora capisce il perché – ma adesso sa che è proprio per la celebre canzone, quella che ha dato il via al suo carattere ribelle, forse un po’ incosciente. Parliamo, ovviamente, del brano “I sogni son desideri” che tutti, ma proprio tutti, conoscono a memoria.
Nulla è davvero impossibile, secondo la nostra logica, e se qualcosa non è accaduta, è solo perché non è ancora il momento più adatto. Chi sta scrivendo è solita dire: “Nessuna pianta primaverile si lamenta se non fiorisce in inverno”.
Potete dare la “colpa” di questo ottimismo al fatto di essere del segno zodiacale dei Pesci, o perché abbiamo passato tutta la nostra infanzia, adolescenza ed età adulta a guardare film della Disney, insomma, a quel che volete, ma è certo che il gran saggio Walt ha del suo.
Chi sta scrivendo, infatti, da bambina ha passato mesi a guardarsi Cenerentola a ripetizione. No, non sognava il Principe Azzurro (al contrario, adorava la cattiveria della matrigna e delle sorellastre) né sperava di divenire un giorno una principessa. Eppure c’era qualcosa in quel classico che la affascinava, che la faceva rimanere incollata allo schermo a riavvolgere il nastro volta dopo volta.
Pensava che fosse perché anche lei aveva un gatto nero – ricorda ancora i pianti quando la madre non accettò di chiamarlo Lucifero, anche se ora capisce il perché – ma adesso sa che è proprio per la celebre canzone, quella che ha dato il via al suo carattere ribelle, forse un po’ incosciente. Parliamo, ovviamente, del brano “I sogni son desideri” che tutti, ma proprio tutti, conoscono a memoria.
I sogni son desideri
di felicità
nel sonno non hai pensieri
ti esprimi con sincerità.
Se hai fede chissà che un giorno
la sorte non ti arriderà.
Tu sogna e spera fermamente
dimentica il presente
e il sogno realtà diverrà.
di felicità
nel sonno non hai pensieri
ti esprimi con sincerità.
Se hai fede chissà che un giorno
la sorte non ti arriderà.
Tu sogna e spera fermamente
dimentica il presente
e il sogno realtà diverrà.
Sia nella versione italiana che in quella inglese, è celata una grande, importantissima, fondamentale verità: “se continui a sperare, prima o poi il sogno diverrà realtà”. Dalla morte della madre prima e del padre poi, Cenerentola sogna di vivere di nuovo felice e contenta, e continua a concentrarsi sui sorrisi e sul buono di ogni giorno. Ricordiamo quando cerca di rassicurare il cane Tobia dopo aver sognato di dare la caccia a Lucifero, con quella voglia di cercare almeno un pregio nel gatto dispettoso.
Vediamo come si prende cura dei topolini, gli animali più temuti e bistrattati ai quali lei dà cibo, vestiti, riparo, amicizia.
Se vediamo il tutto da un punto di vista un po’ più metafisico, ci accorgiamo che Cenerentola invece di vittimizzarsi sulla vita brutta e cattiva che si è accanita contro di lei (non solo rendendola orfana, ma anche facendola diventare una schiava a tutti gli effetti nella sua stessa dimora e senza un briciolo d’amore, d’umanità; privata persino del suo stesso nome, come a cancellarle per sempre l’identità nobile e aristocratica), va avanti con un sorriso.
Alleggerisce le sue giornate cantando fin dal mattino, si specchia con eleganza sulle bolle di sapone mentre pulisce il pavimento, e persino quando dopo il ballo torna alla vita di tutti i giorni non si lamenta, ma decide che saranno proprio i ricordi della sera prima a darle più motivazioni nei lavori domestici.
Cenerentola sa che prima o poi abbandonerà quella vita e tornerà a vivere come nel passato e come avrebbe dovuto fare sempre e proprio perché ne è convinta che non cade nei comportamenti viziosi e vendicativi delle sorellastre. È sicura di sé, – certo, è pur sempre un classico anni Cinquanta e la donna è rappresentata come la società imponeva all’epoca – sa quello che vuole e sa come ottenerlo. Anche prima del ballo sa quando è il momento di rispondere a tono alle sue aguzzine, e quando vede la via d’uscita nel calzare la scarpetta di cristallo, non tentenna, rimane fredda anche quando è rinchiusa nella sua stanza, urlando ordini agli animaletti che alla fine riescono a salvarla.
Certo, ci sono scene in cui piange, ma perché è giusto arrabbiarsi, disperarsi quando vediamo che ci viene portato via quella possibilità di riscatto per la quale abbiamo sempre lavorato. Superficialmente potremmo dire che Cenerentola è figlia del suo tempo: la classica ragazza bella, bionda, occhi blu, magra, brava a cucinare e a pulire che incontra il Principe Azzurro, lo fa capitolare e finalmente può vivere una vita agiata lontana da Anastasia e Genoveffa.
Ma agli occhi dei più attenti, dei sognatori, Cenerentola non è altro che l’incarnazione di quella frase scritta nell’introduzione: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. Ci dimostra il come: agendo sempre con amore e senza mai distogliere l’attenzione sull’obiettivo.
In scalpitante attesa di Wish, non ci resta che passare questi mesi a rivedere con occhi nuovi il dodicesimo classico della Disney.
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