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lunedì 30 maggio 2022

#Cinema&SerieTv: How I met your father è un grande no

Dal 2005 al 2014 è andata in onda una delle serie tv seguite nella storia della sitcom. Parliamo, ovviamente, di: How I met your mother, tradotta in italiano con “Alla fine arriva mamma” un titolo abbastanza forviante considerata la conclusione che ha avuto. Il plot era abbastanza semplice: il pubblico, nel corso delle nove stagioni, segue le vicende di Ted e dei suoi amici. L’uomo è anche narratore delle vicende e sta illustrando ai suoi due figli il percorso che lo ha portato a conoscere la donna che li ha messi al mondo.

La storia di questo spin-off inizia con le stesse premesse. Siamo davanti a una donna che, telefonicamente (indice di quanto i tempi siano cambiati), proiettata nel 2050, sta raccontando al figlio di come ha conosciuto suo padre. Alla fine arriva papà ha dunque lo stesso schema narrativo, ma presenta delle notevoli distinzioni con l’originale mostrandosi come una copia che non riesce a raggiungere la grandezza dell’opera prima. 

How I met your mother, che sia piaciuta o meno, è la bella copia di qualcosa che a livello seriale ha avuto un alto livello di presa sul pubblico e che si è mostrata geniale e interessante fin dalla sua prima stagione. Alcune di noi dicono che il finale era abbastanza scontato, il che è verissimo, motivo per cui la delusione di vederlo concretizzato è stata maggiore. Altri diranno che quell’ultimo episodio non esiste e che quindi la donna con l’ombrello incarnerà per sempre il loro ideale. Tutti elementi che, in realtà, contano poco, ma fanno capire quanto sia necessario il pubblico per leggere una serie di questo tipo.

How I met your father
, in questa prima stagione, manca di mordente. Le battute sono un grande e grosso no, nonostante il cast sia stato ben congeniato per poter cercare di prendere l’interesse di un target ben preciso di riferimento. Che la serie, infatti, sia rivolta ai quasi trentenni non è di certo un mistero. Anche perché solo persone di quella fascia d’età possono comprendere i “problemi” dei personaggi e intercalarli nel proprio vissuto. Ma per quanto simpatico e nostalgico possa essere il faccino di Hilary Duff, non è comunque sufficiente per smorzare il piattume di questa serie.

I tempi comici sono per lo più inesistenti, si è deciso di abbandonare il riso in visione di qualcosa di più familiare e meno adulto. Lo zampino di Disney si fa, dunque, sentire e smorza tutto quello che poteva esser realmente costruito su questa serie tv. Ovviamente, questa mancata formulazione, era stata già attesa dai fan della serie originale, motivo per cui siamo sicure che ciò che stiamo dicendo in questo articolo sia comune ai più.

Il confronto è doveroso e necessario. Non si può fare a meno di parlare di uno spin off senza parlare della sua casa madre, anche perché la serie inserisce all’interno della narrazione la presenza di alcuni iconici personaggi della serie che al momento risultano essere solo degli ami per i fan. Il capitano e Robin, infatti, non fanno altro che costituire un richiamo e un lancio, in questa fase, a ciò che era stato. Anche perché, al momento, in queste dieci puntate, non è stata per niente spiegata la loro presenza.


In sostanza siamo davanti a una serie che ha cercato di riportare in auge qualcosa di tanto amato dai fan. Una serie un po’ troppo recente per avere davvero un effetto nostalgia sul pubblico, ma che fa solo da confronto con ciò che è stato e si è concluso. La dimostrazione che non sempre consolidati schemi narrativi funzionino se si è manchevoli di personaggi e di caratterizzazioni di rilievo. Manca Barney, inutile girarci intorno.

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