Gianluca, però, sembra
non accorgersi del suo richiamo, continua a correre. Pensa a quando tornerà a
casa, a quando dovrà medicarsi davanti allo specchio i graffi causati dai rami
che non è riuscito a vedere in tempo.
«Ci siamo quasi». dice di un fiato a Sonia.
Lei chiude gli occhi, non sa dove la stia portando, né quanto manchi esattamente all’arrivo. Ma si fida, o forse è l’unica cosa che può fare al momento. Stanno insieme da sole due settimane, la fiducia è un sentimento ancora troppo azzardato.
Sente le labbra spaccarsi per il vento freddo che colpisce il volto, lei è più bassa di Gianluca e almeno riesce a schivare meglio i rami. Prova un dolore intenso alle caviglie e al tallone destro. Le cosce sono rigide, il cuore le scoppia in petto. Vorrebbe solo fermarsi, prendere fiato e riposarsi. Gianluca devia di scatto a sinistra, se non fosse stata sostenuta da lui, sarebbe sicuramente caduta tra le foglie umide del bosco.
Pochi metri e arrivano in una casetta di legno abbandonata. Lui apre la porta, la chiude e senza fermarsi spinge un tavolo verso di essa, per bloccarla. Sonia non riesce ad aiutarlo. Si piega in avanti, le mani sulle ginocchia per stendere i muscoli. È intenta a riportare la respirazione alla normalità.
«Che cos’era?» Gianluca
pone la domanda più a se stesso che a lei.
«Che cos’era?» fa eco Sonia, canzonandolo. «Tu, i tuoi stupidi amici, e le
vostre stupide idee, ecco cos’era.»
Gianluca la guarda attonito, non sa cosa risponderle, anche perché ha ragione.
Sonia si volta verso la
luna, è piena e brilla intensamente in un cielo nero privo di nuvole.
«Dove siamo?»
«Nella casetta. La conosco perché ci andavo sempre da bambino, anni fa
apparteneva al custode del cimitero».
Sonia sospira. Non vuole saperne più di cimiteri. Avrebbe voluto passare la
notte di Halloween come ogni adolescente: partecipando a una festa, o guardando
film horror alla tv. Gianluca l’aveva convinta a partecipare a una seduta
spiritica al cimitero del paese, ed ecco il risultato.
«Secondo te era uno
spirito?» le domanda lui dopo qualche minuto di silenzio.
«Di certo non era un essere umano.» Sonia rabbrividisce, più per il ricordo di
ciò che ha visto che per il freddo.
«Pensi che gli altri stiano bene?»
Non sa cosa rispondergli, spera di sì.
Gli occhi di
Gianluca si sgranano, il volto sgomento.
«Cos…» si volta e la rivede: la donna bianca, con i capelli color sangue. Scappa
verso il suo fidanzato, che la avviluppa in un abbraccio protettivo.
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