Durante il percorso
della mia vita ho conosciuto tante persone e sempre molto diverse le une dalle
altre. Quello che ho capito dalle lunghe chiacchierate è che chi punta il dito
contro gli altri, non conosce se stesso.
La maturità non è un
fattore di età, bensì di consapevolezza. Ci sono trentenni che si sentono bene
solo quando denigrano gli altri e ventenni che si assumono le proprie
responsabilità. Tommi Eight è uno di questi.
A soli vent’anni è
estremamente difficile avere piena consapevolezza di sé e se è vero che si
cresce passando per il dolore, Tommi, nonostante la sua apparenza, è
sicuramente più maturo di molti adulti.
Ho avuto il piacere di
conoscere la sua musica e la sua persona in una sera di fine luglio. Abbiamo
parlato del nostro quartiere, di come l’Eur nasconda i problemi sotto una
cupola invisibile di perfezione e apparenza. I suoi obiettivi sono simili ai miei e sono
tipici di un animo che vuole aiutare gli altri proprio perché ha conosciuto la sofferenza.
Alle orecchie di una
persona superficiale il testo di Schopenhauer appare violento, scandaloso,
ricco di cattivi esempi, ma se ci si sofferma sulle parole e sulle loro
intenzioni, se si scava nel profondo di quello che è il testo, la realtà è ben
diversa.
Il filosofo tedesco
diceva:
“La vita umana è come
un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per
l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia.”
Sosteneva che il mondo
è ciò che ciascuna persona vede tramite la sua volontà. Nella sua canzone, Tommi
vi mostra la sua visione, dicendovi di non cedere e non assecondare ogni vostro
desiderio o impulso scappando dal male.
In una società puntata
sull’apparenza e sui social, vediamo solo il bello degli altri. Nessuno
condivide i propri problemi, - quando le persone si lamentano nei post o nelle
storie, fidatevi che stanno esagerando - e questo può portarci a stati
depressivi. Tendiamo a paragonare la nostra vita con la loro, ci sentiamo vinti
perché crediamo di avere la peggio.
Cerchiamo di imitarli,
pensiamo che per gli altri sia tutto semplice e, di conseguenza, cerchiamo la
via più facile, anche rischiando di metterci nei guai.
Secondo la mia
esperienza non esistono errori, solo insegnamenti. Siamo ciò che siamo anche
perché abbiamo sbagliato e quando apprendiamo da ciò che non va, cresciamo
sempre un po’.
“E ora che riguardo
indietro/rivedo me pieno di buffi/la svolta nascosta nel retro/il sogno di
vestirsi da Gucci/e vivi ‘sta vita in modo diverso/che forse la droga non è
soluzione/ma scappare da ‘sto universo”
Quella sera di fine
luglio ho detto una frase a Tommi: “È un bene che tu abbia conosciuto lo schifo
all’inizio della tua vita, non credi? Ora puoi conoscere il bello e puoi
indicare la via d’uscita agli altri”.
La canzone è divisa in
due parti, proprio come la sua vita: la prima è la fuga dal dolore passando per
un piacere effimero, la seconda riguarda la comprensione di ciò che si è
imparato.
A un certo punto scatta
un qualcosa dentro di noi: capiamo che il buio si può trasformare in luce e che
l’interruttore è al nostro interno. Risaliamo lentamente, ricordando
costantemente il passato solo per non ripetere gli stessi errori.
“Studia un po’ di più
se vuoi confrontarti con me/di vita ne hai vissuta una/io almeno tre/lo faccio
senza pensare al futuro/son mesi che in casa io mi spacco il culo”
Affrontare se stessi è
uno dei lavori più difficili che decidiamo di fare. Guardare e criticare gli
altri è facile, ma non ci fa evolvere.
Tommi sa dove vuole arrivare.
Ha cambiato la sua realtà ritrovandosi. Porta un messaggio importante e riesce
a comunicarlo in modo diretto, senza censure. Il testo è rivolto a tutte quelle
persone che vivono ancora al buio.
La dipendenza non
riguarda solo le droghe, ma anche le proprie abitudini negative. Tommi ci
insegna a maturare senza giudicare, a raggiungere l’apice migliorandoci.
Spero ci siano più
chiacchierate con lui, perché le menti così aperte donano ricchezza. E chissà,
forse potremmo arricchire anche voi con qualche video intervista…
Trovo che sia l'autore della canzone che il suo commentatore siano persone molto mature coscienzialmente. Bravi, andate avanti così che troverete la Verità (con la V maiuscola).
RispondiEliminaMi hai fatto piangere. Senza respiro e poi l’aria ha si nuovo dilatato i polmoni. Hai usato in maniera magistrale le parole, sei riuscita a emozionarmi. Complimenti Francesca.. ti ringrazio per tanta bellezza
RispondiEliminaIl testo oscilla tra l’importanza, intesa come pericolo, della droga e il pregiudizio che le persone hanno in genere nei confronti dei loro simili che spesso sono limitati nel loro piccolo mondo di finta sicurezza oppure hanno ricevuto un’educazione talmente rigida, da non riuscire ad espandersi, ad osservare senza criticare. Il primo tema, il pericolo dei paradisi felici, è trattato con la leggerezza della gioventù ma anche con la maturità che è sintomo di comprensione e accoglienza. Il pregiudizio ne è una logica conseguenza da ostacolare: se ho compreso bene l’intenzione dell’autore, solo una mente aperta, può andare oltre la patina perfettina dell’eur e accogliere la richiesta di aiuto di Tommy, e anche di tutti quei ragazzi a cui viene detto come comportarsi ma non come sentirsi. Grazie per questo scritto che da molti spunti di riflessione.
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